Nel mondo odierno, la sostenibilità è emersa come un fattore cruciale per le imprese, a prescindere dalle loro dimensioni, e di conseguenza anche per le piccole e medie imprese (PMI). Poiché le PMI sono considerate la spina dorsale dell'economia, è essenziale per queste stabilire un quadro della sostenibilità che garantisca operazioni profittevoli ma al contempo responsabili.
Perché la sostenibilità è importante per le PMI
Una maggiore consapevolezza e coinvolgimento delle PMI su questi temi è indispensabile sia per il raggiungimento di questi obiettivi, sia per rispettare gli obblighi normativi introdotti a livello europeo. Di fatto, negli ultimi anni, il panorama legislativo dell'UE è cambiato introducendo obblighi che si sono progressivamente estesi alle PMI direttamente oppure che le riguardano indirettamente, se parte della catena di approvvigionamento di grandi aziende.
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
Un esempio dell'estensione di questi obblighi è la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), un quadro normativo introdotto dai legislatori europei nel 2021 per sostituire la precedente direttiva europea sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD, Non-Financial Reporting Directive). Il suo obiettivo principale è accelerare la transizione verso un'economia più sostenibile e combattere le pratiche di greenwashing.
La CSRD estende gli obblighi di rendicontazione a 50.000 aziende in Europa e impone alle imprese con un minimo di 250 dipendenti di rendere pubbliche le informazioni non finanziarie a partire dal 2023. Inoltre, propone di estendere gli obblighi di rendicontazione alle piccole e medie imprese (PMI) quotate, escluse le microimprese, adottando un approccio graduale con termine ultimo previsto per il 2027.
La conformità alla CSRD si concentra sulla governance e sulla misurazione, richiedendo alle aziende di istituire strutture interne di accountability e di tenere traccia degli indicatori chiave di prestazione (KPI, key performance indicators) per valutare i progressi compiuti verso la soddisfazione degli obiettivi di sostenibilità.
Il Rapporto di sostenibilità aziendale, come richiesto dalla CSRD, include elementi quali la descrizione del modello di business, le politiche di sostenibilità, la mitigazione degli impatti negativi, la gestione dei rischi e i KPI più importanti. L'identificazione e il monitoraggio accurato dei KPI relativi alla sostenibilità sono fondamentali sia per misurare le prestazioni che per soddisfare gli obblighi di rendicontazione.
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) è stata introdotta dalla Commissione nel febbraio 2022. Il suo scopo è quello di incoraggiare le imprese ad adottare un modello aziendale sostenibile e responsabile, integrando i diritti umani e l’attenzione per i temi ambientali nelle operazioni e nella governance delle aziende.
La direttiva prevede che le aziende, comprese quelle delle loro filiali e catene del valore, siano tenute a identificare, prevenire, mitigare e rendere conto di eventuali impatti negativi sui diritti umani e sull'ambiente. La direttiva si applica alle società a responsabilità limitata dell'UE con dimensioni e potere economico sostanziali, nonché ad altre società a responsabilità limitata in settori definiti ad alto impatto e alle società non UE che operano nell’ambito dell’Unione Europea.
Sebbene gli obblighi non si estendano direttamente alle PMI, queste possono essere indirettamente interessate se fanno parte della catena di approvvigionamento di un'organizzazione interessata da tale direttiva. Per ottemperare all'obbligo di due diligence, le aziende sono tenute a integrarla nelle proprie politiche, a identificare e affrontare i potenziali impatti, a istituire una procedura di reclamo, a monitorare l'efficacia delle misure e a comunicare pubblicamente i propri sforzi in ambito due diligence. La direttiva introduce anche il dovere degli amministratori di supervisionare l'implementazione della due diligence e di integrarla nella strategia aziendale.
Il Regolamento UE sulla tassonomia
Il Regolamento UE sulla tassonomia è una componente significativa del quadro di riferimento europeo per la finanza sostenibile e rappresenta uno strumento cruciale per la trasparenza del mercato. È stato introdotto per fornire alle aziende e agli investitori un linguaggio comune per identificare le attività e gli investimenti "sostenibili" che si allineano agli obiettivi climatici dell'UE per il 2030.
Il regolamento mira a riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili, a gestire i rischi finanziari legati al cambiamento climatico e al degrado ambientale e a promuovere la trasparenza e la visione sul lungo termine delle attività finanziarie ed economiche.
I criteri utilizzati dalla Commissione per classificare le "attività e i prodotti sostenibili" includono il contributo sostanziale agli obiettivi ambientali, la prevenzione di danni significativi agli obiettivi ambientali, il rispetto delle garanzie minime e l'adesione ai criteri tecnici di selezione stabiliti dalla Commissione europea.
Sebbene il regolamento riguardi principalmente gli operatori e i consulenti dei mercati finanziari, questo fornisce un quadro di riferimento per le imprese, PMI incluse, allo scopo di valutare e allineare le loro attività agli obiettivi sostenibili. Seguendo le fasi delineate nel regolamento, le imprese possono contribuire in modo sostanziale o evitare danni significativi agli obiettivi ambientali.
Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (C.B.A.M)
Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (C.B.A.M, Carbon Border Adjustment) è uno strumento introdotto dall'Unione Europea nell'ambito dei suoi sforzi per accelerare la transizione sostenibile e promuovere un comportamento responsabile delle imprese.
L'obiettivo è quello di affrontare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio ed è un elemento chiave dell'agenda dell'UE “Pronti per il 55%” (Fit for 55%). Il C.B.A.M allinea il prezzo del carbonio dei prodotti nazionali con quello delle importazioni, allo scopo di evitare che le politiche climatiche dell'UE vengano compromesse da Paesi con standard ambientali più bassi o da importazioni a più alta intensità di carbonio.
Questo meccanismo, compatibile con le disposizioni OMC, incoraggia tutti i settori livello globale ad adottare tecnologie più verdi e sostenibili. Si applica alle aziende a partire dal 1° ottobre 2023. Durante questo periodo iniziale (fase di transizione) sono interessate in particolare le importazioni di cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno.
In questa fase, gli importatori dell'UE di questi beni sono tenuti a comunicare i volumi delle importazioni e le emissioni di gas serra in queste incorporate, senza alcun adeguamento finanziario. La fase transitoria consente una certa flessibilità nella rendicontazione. A partire dal 2026 gli importatori dovranno però acquistare e restituire i "certificati C.B.A.M" per le emissioni incorporate nelle merci importate.
Il C.B.A.M sarà sottoposto a revisione durante la fase transitoria allo scopo di perfezionare la sua metodologia e valutare la possibilità di estendere il suo campo di applicazione ad altri beni prodotti nei settori ETS. Sebbene il C.B.A.M interessi principalmente gli importatori, questo di fatto introduce obblighi anche per le imprese, comprese le PMI, coinvolte nella produzione e nel commercio dei beni interessati dal meccanismo.
Definizione della strategia per le PMI e determinazione del quadro di riferimento
Sebbene la definizione una strategia di sostenibilità possa sembrare arduo per le PMI, non si tratta di un’impresa impossibile.
Adottando alcuni semplici accorgimenti, le PMI possono creare un quadro di sostenibilità in linea con gli obiettivi aziendali e conforme agli standard internazionali. Un importante contributo allo sviluppo della sostenibilità nell'ambiente delle PMI è stato dato dal Global Compact delle Nazioni Unite con la creazione del MAJU Framework.
Questo kit di strumenti è concepito come una semplice guida passo-passo per aiutare le PMI ad approcciare la sostenibilità nel modo per loro più semplice e pratico, trasmettendo loro le conoscenze di base per compiere i primi passi.
Valutazione dell'impatto dell'azienda
Il primo passo verso lo sviluppo di una strategia di sostenibilità è quello di valutare l'impatto ambientale e sociale dell'azienda. Ciò include l'esame dell'utilizzo di energia e acqua, della produzione di rifiuti e delle emissioni di carbonio.
È inoltre importante valutare gli effetti dei prodotti o dei servizi sull'ambiente e sulla società, come l'uso delle risorse naturali o le condizioni di lavoro dei lavoratori coinvolti nella produzione.
Per comprendere le possibili fonti dell'impatto di un'azienda, è possibile sottoporsi a diversi processi di autovalutazione. Un esempio di semplificazione dei quadri di riferimento ESG globali, adattati esigenze delle PMI, è il quadro di riferimento della CDP per la climate disclosure, realizzato per le PMI. Un altro esempio di autovalutazione è offerto da Synesgy. Il processo di valutazione viene condotto utilizzando un questionario qualitativo-quantitativo che, una volta completato, fornisce una valutazione sintetica della performance ESG sulla base delle informazioni fornite.
La metodologia utilizzata da Synesgy si basa su diversi standard internazionali di sostenibilità, tra cui la Global Reporting Initiative, il Global Compact delle Nazioni Unite, il Carbon Disclosure Project e le linee guida per la tassonomia UE.
Definizione di obiettivi e traguardi
Una volta che un'organizzazione ha valutato il proprio impatto attuale, è possibile stabilire obiettivi e traguardi per migliorare le prestazioni di sostenibilità. È necessario stabilire obiettivi specifici, misurabili e raggiungibili, in linea con gli obiettivi di business dell'azienda e che tengano conto di eventuali normative o standard di settore.
Si possono fissare obiettivi quali la riduzione del consumo energetico fino a un livello stabilito entro l'anno successivo oppure l'aumento della quantità di materiali riciclati nei prodotti, per monitorare i progressi e dimostrare agli stakeholder l'impegno dell'organizzazione nei confronti della sostenibilità.
Sviluppo del piano d'azione
Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, è necessario sviluppare un piano d'azione per delineare i passi da compiere per migliorare le prestazioni di sostenibilità. Il piano deve includere azioni specifiche, tempistiche e soggetti responsabili per ogni obiettivo o traguardo.
Per esempio, l'obiettivo di ridurre l'utilizzo di energia può essere raggiunto conducendo un audit energetico allo scopo identificare le aree in cui è possibile intervenire, passando ad apparecchiature o a sistemi di illuminazione più efficienti dal punto di vista energetico, implementando programmi di formazione dei dipendenti per incoraggiare comportamenti volti al risparmio energetico e installando sistemi di energia rinnovabile, come pannelli solari o turbine eoliche.
Attuazione del piano e monitoraggio delle prestazioni
Dopo aver sviluppato un piano d'azione, si rende necessaria la sua attuazione. Potrebbero essere necessarie alcune modifiche nelle operazioni, nelle decisioni di acquisto o nella catena di fornitura.
È inoltre importante comunicare gli obiettivi e i progressi della sostenibilità agli stakeholder, compresi i dipendenti e i clienti, assicurarsi il loro supporto alle iniziative di sostenibilità.
Il monitoraggio e la rendicontazione delle performance di sostenibilità sono fondamentali per monitorare progressi e identificare le aree di miglioramento. È necessario condurre poi revisioni periodiche delle metriche di sostenibilità, come il consumo di energia o la produzione di rifiuti e comunicare i progressi compiuti rispetto agli obiettivi e ai target. Queste informazioni possono fornire opportunità per ulteriori miglioramenti o per i necessari adeguamenti del piano d'azione.
Coinvolgimento delle stakeholder
Il coinvolgimento degli stakeholder è fondamentale per il successo della strategia di sostenibilità di una PMI. Questi soggetti includono dipendenti, clienti, fornitori e altri membri della comunità delle PMI.
Le PMI devono comunicare i propri obiettivi e progressi in materia di sostenibilità a tali stakeholder e ricercare attivamente i loro suggerimenti e feedback in merito. Il coinvolgimento degli stakeholder è utile anche per le aziende allo scopo di individuare nuove opportunità di miglioramento della sostenibilità.